domenica 15 aprile 2012

L'incontro


Alla fine raggiunsero quello che stavano cercando. La videro di colpo, svoltando oltre una macchia di arbusti.
Una creatura curva di fronte a un albero stava rosicchiando qualcosa. Era una figura umanoide mostruosa, sembrava un vecchio avvizzito dagli anni, dalla pelle grigia o verdastra, ricoperto da spessi strati di una sotanza a metà strada tra una strana muffa e filamenti di una ragnatela. Non appena li vide la bestia lanciò un grido strozzato e iniziò a muoversi con una sorprendente agilità. Iniziò a raschiare il suo corpo e afferrare la muffa che lo ricopriva, scagliandola contro Ingvar.
Non appena entrò a contatto con la sua pelle, Ingvar sentì un bruciore terribile, e la sostanza filamentosa inizò ad avvolgersi intorno al braccio del giovane. Subito dopo il dolore, Ingvar iniziò a sentire l'arto pesante e lento nei movimenti.
Eyrik esitò un attimo spaventato dall'orrore che aveva davanti. Poi estrasse istintivamente la spada e caricò con un urlo la bestia.
Il mostro era agile e sapeva evidentemente combattere bene. Il gorsso cane di Eyrik, Aren, cercò di azzannare il ranavalla, senza riuscirci, mentre Eyrik con un colpo di spada lo ferì all'addome. Il mostro inferocito colpì Eyrik con un artiglio, buttandolo a terra. Si fece sopra di lui pronto a finirlo, quando Ingvar, con fatica riuscì a tendere il suo arco, nonostante il braccio ferito e semiparalizzato. Tutto il mondo sembrò scomparire mentre si concentrava sul suo bersaglio.
Scoccò la sua freccia, che si conficcò nel collo della bestia poco prima che colpisse Eyrik.
La creatura cadde a terra emettendo un sibilo, e rimase esanime.
Il silenzio cadde improvviso e inaspettato.
Si sentiva solo il cane che continuava a ringhiare e i rumori della foresta.
I due si fissarono per un tempo interminabile in silenzio.
Poi Ingvar parlò: <<cos'era quella cosa? Era davvero un "Ranavalla"? Quella specie di mostro di cui ci raccontavano quando eravamo bambini?>> poi aggiunse <<è questa creatura che ha ucciso mia nonna?>>.
Eyrik guardò la sua ferita e notò la somiglianza con quella sul braccio di Ilde. <<<Pare proprio di sì. Ma ora è morta>> affermò con una certa soddisfazione. Tua nonna è vendicata e noi abbiamo sconfitto un questa specie di orrore. andiamo, dobbiamo informare gli altri al villaggio. Potrebbero essercene altri qui in giro>>.
Con la mente piena di dubbi tornarono verso i loro clan.
Un certo orgoglio riempiva il cuore di Eyrik. Aveva rintracciato il misterioso "ranavalla" e avevano sconfitto quella specie di mostro. Ilda era stata vendicata, e anche se potevano essercene altri, si sentiva ottimista. Quella era la sua prima vera avventura.
Mentre era alle prese con queste riflessioni sentì un'ombra appesantirgli il cuore. Sembrava che l'estate stessa fosse sparita di colpo e il gelo dell'inverno avesse colpito all'improvviso. Il ghiaccio penetrava nelle sue stesse ossa. Entrambi i giovani rabbrividirono per il freddo o per il terrore. Aren, il grande cane, si appiattì al suolo uggiolando spaventata.
Un'enorme ala lucente passò proprio sopra le loro teste, oltre la cima degli alberi. Una creatura gigantesca, bianca come la neve, volò oltre di loro.
Ingvar rimase immobile a fissarlo, atterrito dalla paura e dallo splendore che emanva la bestia: una specie di rettile alato, un dragone, come quelli che riempiono le leggende narrate durante le lunghe notti invernali.
Poi, all'imporvviso com'era arrivato passò oltre e scomparve.
Il freddo abbandonò le loro ossa e il tepore tiepido dell'estate riprese lentamente il suo spazio.
Eyrik e Ingvar si fissarono in silenzio, tremando.
<<Era un drago quello?>> mormorò Eyrik con voce sommessa, quasi rivolto a sè stesso.
<<Qualsiasi cosa fosse, era diretto al villaggio>> rispose Ingvar con un tono da fare gelare il sangue.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. grazie max. ma non dirlo per farmi una cortesia! è un lato di me che non conosci. non sono bravissimo a scrivere ma credo di essere molto bravo a raccontare storie. fino a qua siamo a un cinquantesimo di materiale... è lunga!

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