Alla fine raggiunsero quello che stavano cercando. La videro di colpo, svoltando oltre una macchia di arbusti.
Una creatura curva di fronte a un
albero stava rosicchiando qualcosa. Era una figura umanoide
mostruosa, sembrava un vecchio avvizzito dagli anni, dalla pelle
grigia o verdastra, ricoperto da spessi strati di una sotanza a metà
strada tra una strana muffa e filamenti di una ragnatela. Non appena
li vide la bestia lanciò un grido strozzato e iniziò a muoversi con
una sorprendente agilità. Iniziò a raschiare il suo corpo e
afferrare la muffa che lo ricopriva, scagliandola contro Ingvar.
Non appena entrò a contatto con la sua
pelle, Ingvar sentì un bruciore terribile, e la sostanza filamentosa
inizò ad avvolgersi intorno al braccio del giovane. Subito dopo il
dolore, Ingvar iniziò a sentire l'arto pesante e lento nei
movimenti.
Eyrik esitò un attimo spaventato
dall'orrore che aveva davanti. Poi estrasse istintivamente la spada e
caricò con un urlo la bestia.
Il mostro era agile e sapeva
evidentemente combattere bene. Il gorsso cane di Eyrik, Aren, cercò
di azzannare il ranavalla, senza riuscirci, mentre Eyrik con un colpo
di spada lo ferì all'addome. Il mostro inferocito colpì Eyrik con
un artiglio, buttandolo a terra. Si fece sopra di lui pronto a
finirlo, quando Ingvar, con fatica riuscì a tendere il suo arco,
nonostante il braccio ferito e semiparalizzato. Tutto il mondo sembrò
scomparire mentre si concentrava sul suo bersaglio.
Scoccò la sua freccia, che si conficcò
nel collo della bestia poco prima che colpisse Eyrik.
La creatura cadde a terra emettendo un
sibilo, e rimase esanime.
Il silenzio cadde improvviso e
inaspettato.
Si sentiva solo il cane che continuava
a ringhiare e i rumori della foresta.
I due si fissarono per un tempo
interminabile in silenzio.
Poi Ingvar parlò: <<cos'era
quella cosa? Era davvero un "Ranavalla"? Quella specie di
mostro di cui ci raccontavano quando eravamo bambini?>> poi
aggiunse <<è questa creatura che ha ucciso mia nonna?>>.
Eyrik guardò la sua ferita e notò la
somiglianza con quella sul braccio di Ilde. <<<Pare proprio
di sì. Ma ora è morta>> affermò con una certa
soddisfazione. Tua nonna è vendicata e noi abbiamo sconfitto un
questa specie di orrore. andiamo, dobbiamo informare gli altri al
villaggio. Potrebbero essercene altri qui in giro>>.
Con la mente piena di dubbi tornarono
verso i loro clan.
Un certo orgoglio riempiva il cuore di
Eyrik. Aveva rintracciato il misterioso "ranavalla" e
avevano sconfitto quella specie di mostro. Ilda era stata vendicata,
e anche se potevano essercene altri, si sentiva ottimista. Quella era
la sua prima vera avventura.
Mentre era alle prese con queste
riflessioni sentì un'ombra appesantirgli il cuore. Sembrava che
l'estate stessa fosse sparita di colpo e il gelo dell'inverno avesse
colpito all'improvviso. Il ghiaccio penetrava nelle sue stesse ossa.
Entrambi i giovani rabbrividirono per il freddo o per il terrore.
Aren, il grande cane, si appiattì al suolo uggiolando spaventata.
Un'enorme ala lucente passò proprio
sopra le loro teste, oltre la cima degli alberi. Una creatura
gigantesca, bianca come la neve, volò oltre di loro.
Ingvar rimase immobile a fissarlo,
atterrito dalla paura e dallo splendore che emanva la bestia: una
specie di rettile alato, un dragone, come quelli che riempiono le
leggende narrate durante le lunghe notti invernali.
Poi, all'imporvviso com'era arrivato
passò oltre e scomparve.
Il freddo abbandonò le loro ossa e il
tepore tiepido dell'estate riprese lentamente il suo spazio.
Eyrik e Ingvar si fissarono in
silenzio, tremando.
<<Era un drago quello?>>
mormorò Eyrik con voce sommessa, quasi rivolto a sè stesso.
<<Qualsiasi cosa fosse, era
diretto al villaggio>> rispose Ingvar con un tono da fare
gelare il sangue.
Bello, ottimo, interessante.
RispondiEliminagrazie max. ma non dirlo per farmi una cortesia! è un lato di me che non conosci. non sono bravissimo a scrivere ma credo di essere molto bravo a raccontare storie. fino a qua siamo a un cinquantesimo di materiale... è lunga!
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